Pola
Pola (in croato e serbo Pula) č la principale cittĂ dell'Istria, la penisola situata a cavallo tra tre stati (Italia, Slovenia e Croazia). Nel 2001 la popolazione cittadina era di 58.600 abitanti. E' sempre stata una cittĂ portuale importante. Tra le attivitĂ industriali prevalenti, l'industria alimentare, i cantieri navali e i cementifici. Il monumento piů importante č l'Arena (anfiteatro romano).La storia della cittĂ č complessa e affascinante. Fu cittĂ romana e, successivamente, bizantina. Nel 1177 si costituì in libero comune; successivamente, fece parte della Repubblica Serenissima di Venezia per quasi cinque secoli; subì anche un terribile assedio da parte dei genovesi nel 1379. Dopo il Congresso di Vienna fu assegnata all'Impero Austriaco, che ne fece un porto navale militare di primaria importanza e permise una pacifica convivenza degli italiani (che costituivano la maggioranza in cittĂ ) e i croati (che prevalevano nelle campagne). Dopo la Prima Guerra Mondiale passò sotto la sovranitĂ italiana fino all'8 settembre 1943. Per due anni fu di fatto annessa alla Germania Nazista, fino alla fine del conflitto, quando fu conquistata dall'esercito di Tito. Nel 1947 venne assegnata alla Jugoslavia, e dal 1991 fa parte della Repubblica croata.
Il fascismo italiano prima, e il comunismo titino poi, favorirono il riacutizzarsi di conflitti etnici, che culminarono nel periodo 1945-47 con l'esodo della grande maggioranza della popolazione italiana. Oggi, tuttavia, ripristinate le libertĂ politiche e civili, la minoranza italiana (quasi 4000 persone) č molto viva e orgogliosa del proprio patrimonio linguistico e culturale. Il dialetto italiano di Pola č una varietĂ di veneto, piuttosto simile al triestino ma con una cadenza caratteristica. Anche gli esuli da Pola hanno continuato a ritrovarsi e hanno costituito un'associazione denominata "Libero Comune di Pola in esilio".
Tra i polesani che si sono fatti strada si possono ricordare le attrici Alida Valli e Laura Antonelli, il cantante Sergio Endrigo, lo scrittore Giovanni Arpino.
